“Il lavoro nobilita l’uomo!”
E sì, come diceva Charles Darwin, la dignità degli individui passa, anche, attraverso la professione, che non deve essere la migliore o la più prestigiosa, ma semplicemente deve essere regolare e stabile, deve essere correttamente retribuita, deve avere una propria utilità all’interno della società, deve impiegare una quantità di tempo consona.
Il lavoro non si coniuga semplicemente alla dignità (il lavoro e la dignità), il lavoro produce la dignità (il lavoro è la dignità).
La sfida nella società contemporanea è la tutela di un lavoro dignitoso, (di ogni forma di lavoro, ovvero autonoma, subordinata – in tutte le sue accezioni -, imprenditoriale), caratterizzato da un’equa retribuzione, dalla sicurezza nei luoghi di lavoro, dalla parità di genere, dalla tutela contro ogni forma di discriminazione, dal rispetto delle esigenze di conciliazione vita-lavoro, dall’avere accesso al welfare aziendale, dalla protezione sociale e dal garantire una congrua pensione.
Il lavoro dignitoso è un diritto fondamentale e fondante di ogni società civile.
Lavoro e dignità: un tema ampio e un concetto trasversale che attraversa tutti i rami del diritto, nonché caposaldo della democrazia richiamato dalle principali Carte dei diritti. Dall’art. 1 della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo del 1948 «tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti», dall’Art. 1 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione “la dignità umana è inviolabile. Essa deve essere rispettata e tutelata”, alla ns Costituzione che tratta la dignità come diritto fondamentale e di conseguenza come parametro dell’intera nostra normativa.
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